L'arte del picnic

Lia Beltrami

Il picnic è libertà di immaginare praterie e deserti come location, cucinare con fantasia. Una guida con sfiziose ricette da preparare fuori porta con creatività e immaginazione.


Sinossi

Il picnic è un’arte: la libertà di uscire, scegliere un tema, immaginare praterie e deserti come location, preparare con cura tutti i materiali, cucinare con fantasia. Il picnic è libertà: questa piccola guida vi aiuterà ad uscire dai confini della casa per preparare il vostro cibo fuori porta con creatività e immaginazione.

Anteprima

Introduzione – Arte di vivere

Vivere con arte mi porta nel cuore del mondo. Posso apprezzare ogni piccolo gesto e ogni istante. L’arte mi mette in comunicazione con l’infinito e porta frammenti di infinito nel mio quotidiano.
La consapevolezza di quello che sto facendo mi porta a poter scegliere, scegliere di vivere ogni momento della vita con intensità, gusto e, perché no, creatività. Arte insomma.

Vivere con arte o arte di vivere?

L’arte di vivere per me fa parte delle grandi arti, ed è forse la più interessante.

Nel mezzo del deserto di sabbia e rocce, ero accompagnata da un giovanissimo beduino. Il sole stava andando a riposare e l’aria si faceva frizzante. Il ragazzo andò con passo solenne verso la grande pietra vicino a noi e raccolse alcuni rametti di cespugli secchi. Accese il fuoco con solennità, come se fosse stato il momento più importante della sua vita. Ci mettemmo vicino al minuscolo fuocherello a scaldarci. Nel silenzio, scambiammo le emozioni più profonde. Nel silenzio, mi era stato possibile sentire il vento, diventare il vento, sentire le pietre, diventare le pietre, sentire il fuoco, diventare il fuoco. E quel giovane mi aveva portato dentro “l’arte di vivere”.

Il quotidiano, prima dell’epidemia di Covid era diventato per tutti estremamente frenetico. Il vivere di corsa e a livelli di stress altissimi faceva dimenticare il rapporto con la profondità dell’essere. Poi, si è iniziata a sviluppare la creatività del vivere, con arte… se possibile.
Per vivere con arte in questo tempo difficile, il primo passo è l’interruzione del flusso di notizie, pseudo notizie, commenti e pareri di esperti. Con la mente libera dal bombardamento si può scegliere di riempire di significato ogni dettaglio, per assaporare l’istante e inventare nuovi modi per stare meglio.

Il cibo, nutrimento del corpo, dell’anima e delle relazioni

Ognuno ha un rapporto personale con il cibo, diverso da ogni altro. È retaggio della propria infanzia, delle esperienze, della predisposizione naturale. C’è chi non si accorge di quello che mangia, e lo fa in modo del tutto meccanico, chi invece va alla ricerca di sapori sempre più raffinati.
Il cibo coinvolge i sensi del gusto, dell’olfatto, della vista e del tatto, in un centro modo anche dell’udito. Oltre la fisicità, il cibo tocca corde interne, fa risuonare il mondo dei ricordi, rimbalza memorie di esperienze passate. Il cibo entra in contatto con l’anima, svelando il valore simbolico profondo.
Un concetto interessante è quello dei cibi “sacri” ricordati nei più antichi libri delle diverse religioni: il fico, il melograno, le lenticchie, la focaccia, la ciotola di riso. Cibi offerti in sacrifico, piramidi di frutta portate in processione nelle isole indonesiane, erbe cucinate come offerta.
Abramo alle querce di Mamre accoglie i tre stranieri offrendo loro un po’ d’acqua e del pane appena sfornato, con quel profondo: “rinfrancatevi il cuore”. Elia sfinito inseguito dai nemici, vuole lasciarsi andare, e al risveglio trova una profumata focaccia che gli dona nuovo vigore.
Nel Vangelo nei momenti più importanti arriva un lauto pasto “delle feste”: il primo miracolo di Gesù avviene a Cana, durante un banchetto nuziale, e l’acqua viene trasformata in vino – e non in vino dozzinale, ma nel vino più pregiato. I grandi miracoli delle moltiplicazioni riguardano pani e pesci. Il paradiso è paragonato ad un grande banchetto, dove presentarsi con l’abito giusto. Gesù, stanco dalla vita della città, si ritira a mangiare dagli amici più cari Marta, Maria e Lazzaro. L’eredità del Padre, l’Eucarestia, viene donata durante la cena di Pasqua, il giovedì che diventerà per sempre il giovedì Santo. E Gesù risorto si mostra in modo toccante a Pietro sul lago di Tiberiade, grigliando dei pesci freschi.
I sufi iniziano il pasto con un pizzico di sale che ricorda la grandezza di Allah. I datteri per i musulmani riportano alla vita eterna e il paradiso è là dove scorrono fiumi di latte e miele.
E il cibo è il veicolo primo delle relazioni interpersonali. Condividere la mensa, il cibo, dividere la gioia di un buon piatto, portano ad aprire i cuore e a riscaldare la vita. Forse in questo tempo di isolamento potrà sembrare strano parlare di condivisione e relazioni, ma è un tempo passeggero in cui l’assenza dell’altro è nostalgia e preparazione del prossimo incontro.
“La convivialità delle differenze” è il messaggio di don Tonino Bello, che riporta alle grandi tavolate del sud Italia dove la condivisione del cibo diventa cultura (e arte).
In particolare, dal pane conoscerete la cultura di un popolo. Dalla cura, l’attenzione, la dedizione che viene messa nel pane artigianale, potrete “leggere” e percepire tante informazioni sul luogo dove ti trovi.

Sostenitori

Anna Mancini
Anonimo
Anonimo
Anonimo
Clooney
Fernanda
Francy
Inger Nones
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Pino e Silvana Semprini
Rotwang
SG
SG
Tatiana
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Lia Beltrami

Lia Beltrami è regista, manager, scrittrice, speaker. Si occupa di diritti umani, ben-essere motivazionale, viaggi, cinema e dialogo inter-religioso. Ha diretto moltissimi documentari in tutto il mondo, vincendo decine di premi per i suoi lavori. Nel 2017 a Venezia ha ricevuto il Leone d’Oro per la Pace. È rappresentante di "Religions for Peace" presso la FAO. Ha curato le esibizioni del Padiglione della Santa Sede a EXPO Milano 2015 (ha vinto il premio come miglior sviluppo del tema) e ha curato la direzione artistica della mostra fotografica a EXPO Astana 2017. Nel 1997 ha fondato il "Religion Today Film Festival", il primo festival dedicato al dialogo interreligioso. Ha fondato il gruppo "Donne di Fede per la Pace" a Gerusalemme. È autrice di cinque libri, tra cui “Libertà Incontro Avventura” (Edizioni del Faro). È presidente della casa di produzione "Aurora Vision", advisor per il "Dhaka Film Festival" in Bangladesh, siede nel board del "Benin City Film Festival" ed è socia d’onore della "House of Wisdom" a Grenada.